Lo sviluppo di una Mindfulness gentile ed equanime è tradizionalmente collegato all’osservazione di sensazioni fisiche e oggetti mentali. C’è una sensazione, c’è un pensiero. La nostra mente però è in grado di notare anche l’assenza di tali manifestazioni, e quindi di trasformarla in oggetto di attenzione. Una sensazione che c’era, ora non è più presente. Un pensiero che c’era, ora non c’è più, forse sostituito da un altro. Un sottile stato emotivo che avevo notato stamattina al risveglio, ora che sono in macchina non c’è più. Nelle sindromi depressive dove sembra che tutto, dentro e fuori di noi, sia sempre uguale e non cambi mai, osservare questo alternarsi di presenza e assenza di sensazioni, pensieri e stati mentali, può essere liberante. E ci introduce all’impermanenza di tutti i fenomeni. Un’impermanenza non studiata, ma sperimentata direttamente nel corpo, nella mente e nel mondo attorno a noi.
Presenza e assenza
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