[Testo] Episodio 117: Imparare ad Essere Vulnerabili

La psicologia ci insegna che gran parte della nostra personalità si sviluppa da bambini. Continua ad evolversi anche dopo, ma diversi studi dimostrano che le fondamenta di chi siamo vengono gettate durante l’infanzia. Naturalmente quando diventiamo adulti possiamo lavorare su alcuni aspetti della nostra personalità, in fin dei conti siamo noi che abbiamo il potere di scegliere chi vogliamo essere. Detto questo però, se le diamo credito, la tesi della psicologia può spiegare molto del perché siamo come siamo. Basta guardare ai primi anni della nostra vita.

Sono cresciuta in una famiglia piuttosto anaffettiva. Mia madre mi ha avuta quando era molto giovane e stava imparando ad essere un adulto prima ancora di essere un genitore. Ho passato parecchio tempo con mia nonna, una donna molto religiosa e severa. I bambini per lei dovevano essere bravi, silenziosi ed educati. Non rispondevo, ascoltavo. Non mi veniva chiesto di fare le cose, mi veniva detto di farle. Quello che provavo e cosa volevo non era quasi mai considerato.

Così ho imparato a non mostrare le mie emozioni. Le ho tenute per me per paura che venissero calpestate e liquidate come non importanti, com’era successo in tante occasioni. Peggio del dolore c’è solo il percepire che quel dolore viene sminuito. Crescendo, aprirmi agli altri mi ha spesso messo a disagio. Le mie amicizie, i miei amori o le relazioni di altra natura sono sempre state superficiali. Potevo ridere, scherzare e divertirmi, ma nessuno poteva mai conoscermi nel profondo. Questo mi ha anche permesso di cadere sempre in piedi alla fine di una storia, perché non mi sono mai fatta coinvolgere così tanto da rischiare di uscirne ferita.

Quando sono diventata donna ho capito che tenere a distanza le persone ed evitare legami più profondi rende di fatto impossibile costruire qualcosa di significativo, che poi era la cosa che volevo. Allora ho scelto consapevolmente di essere più vulnerabile, senza temerne le conseguenze.

È così che inizia ogni cambiamento. Andare contro la tua natura richiede una scelta consapevole. Dopo un tempo abbastanza lungo, questo comportamento diventa naturale.

Ci sono alcune ragioni per cui facciamo fatica ad essere vulnerabili.

La prima è la paura del giudizio. Quando mostriamo a una persona chi siamo davvero, ci esponiamo alla sua disapprovazione, al fatto che possa pensare che siamo strani o che possa definirci con qualche altro aggettivo poco piacevole.

La seconda è la paura del rifiuto. Se diciamo a qualcuno cosa proviamo e questo qualcuno prova cose diverse da noi, tendiamo a prenderla sul personale. A nessuno piace particolarmente essere rifiutato, ma la paura del rifiuto nasce dall’ego. Stravolge la nostra percezione di chi siamo.

La terza è la paura di apparire deboli o di perdere il nostro potere. Ci piace mantenere il controllo sulle situazioni che viviamo. Una volta che ti apri e mostri la tua vulnerabilitá a qualcun’altro, di fatto gli cedi un pezzettino di quel potere.

Alla fine scegliere consapevolmente di essere vulnerabili vuol dire agire contro quelle paure. E questo richiede una forza straordinaria. Quando provi o pensi qualcosa, dillo. Non dare troppo peso a cosa dirà o a come reagirà la persona a cui lo stai dicendo. Non è un tuo problema. Apriti al giudizio e al possibile rifiuto. Rinuncia a un po’ del tuo controllo. Solo allora puoi aprirti ad un’accettazione autentica, e anche all’amore. Lascia che gli altri ti vedano per come sei. Magari provano anche loro quello che provi tu. Diversamente, almeno lo saprai. Per la tua mente la verità è di gran lunga più salutare rispetto al farti dei film su cosa pensano gli altri.

Per esperienza ho imparato che darci il permesso di essere vulnerabili, a prescindere dal risultato, è estremamente liberatorio. Dire senza alcun timore o rimorso “Sono così!”, “Questa sono io”, “Questo è ciò che sento” ha un effetto straordinario sulla tua autostima. Salta da quella scogliera e non aver paura di cadere. Sii sicuro di te stesso, abbastanza da non prendere un eventuale rifiuto o abuso della tua vulnerabilitá come un giudizio sul tuo valore come persona. Non mi pento di tutte le volte in cui ho scelto di uscire dalla mia zona di comfort o di aprire il mio cuore, anche se poi la persona dall’altra parte non ha fatto lo stesso o non se lo meritava.

Perché i muri che alziamo per tenere lontano il dolore, tengono lontana anche la gioia.