[Testo] Episodio 140: Gestire Paura e Insicurezza con la Mindfulness

Sono seduto qui, nel mio studio gelido che dà sul retro della casa, a inventarmi qualcosa da scrivere. Mia moglie è fuori sotto il portico che sorseggia il caffè, totalmente presa dal romanzo che sta scrivendo. Ho circa un’ora di tempo prima di prepararmi per andare al lavoro.

È il primo mattino di lunedì. Ho già mantenuto l’impegno con me stesso di muovermi di più andando a fare la mia passeggiata quotidiana di oltre un’ora. Sono stato al sole senza maglietta per assorbire la mia dose giornaliera di vitamina D, che aiuta tanto il mio umore. Ho meditato per venti minuti e sono andato avanti con il libro che sto leggendo.

La settimana è lì davanti a me, come il sentiero in natura che percorrevo quando ero un ragazzotto di poco più di vent’anni. Era un sentiero lungo e diritto e mi accorgevo che era finito solo quando ormai ero arrivato quasi in fondo. Lo percorrevo spesso durante la settimana, a volte di buon umore, altre no. Ricordo che ogni volta che iniziavo la camminata sentivo il desiderio di tornare indietro e fare altro. Avevo paura di quello che poteva accadere. Animali pericolosi? Vipere? Uno psicopatico? Un malore? Camminando sempre da solo ero paranoico all’idea che se mi fosse successo qualcosa sarei morto di una morte terribile, in totale solitudine. Non c’erano ancora i cellulari. Avrei urlato aiuto nel nulla e le mie ultime parole si sarebbero disperse nella natura selvaggia intorno a me.

Ogni volta che facevo quella camminata la mia mente si riempiva di scenari terribili. A volte tremavo dall’ansia. A volte il desiderio di lasciar perdere e andare altrove era così forte che quasi non riuscivo a muovermi. Nonostante i tentativi della mia mente di spaventarmi, però, ho sempre camminato piuttosto deciso. Tranne qualche serpente innocuo e qualche cervo, nessuna delle mie paure si è mai trasformata in realtà.

Mentre si avvicina l’ora in cui dovrò farmi la doccia e vestirmi, noto che ancora oggi la mia mente produce pensieri simili ad allora. Ormai sono diventati abitudini mentali. Non cammino più per sentieri, ma la settimana lavorativa che ho davanti mi fa lo stesso effetto. La mia mente immagina ogni tipo di scenario. Mi racconta la settimana che mi attende attraverso immagini e pensieri, che a loro volta mi suscitano emozioni. Noto in me una certa resistenza, pessimismo e l’impulso a lasciar perdere e a fare altro.

Se sei fortunato, anche la tua mente funziona così. Dico fortunato perché se funziona così significa che hai un insegnante di Mindfulness nel cervello. Quell’insegnante è la voce fastidiosa, negativa, giudicante, impaurita e paranoica nella tua testa che trae conclusioni prima che le cose accadano. Quell’insegnante è la parte del tuo cervello che cerca continuamente di non farti essere presente a ciò che ti accade e che ti scaraventa dentro a pensieri ed emozioni che non c’entrano nulla con il momento presente.

Chiamo questa parte del cervello un insegnante di Mindfulness perché ogni volta che ti accorgi di essere dentro a un pensiero o a un’emozione, hai l’opportunità di tornare al respiro, al corpo o ai suoni intorno a te. In questo modo puoi far sì che i pensieri vadano e vengano come automobili che si muovono su una strada trafficata. L’istruttore di Mindfulness che hai nella testa ti permette di ritornare nel flusso della tua vita così com’è adesso. Non sei più ostaggio di pensieri ed emozioni che creano stress nel tuo corpo e false realtà nella tua mente.

Ogni volta che ritorni al qui e ora sperimenti quello che si chiama risveglio o nirvana. Personalmente credo sia molto simile al sollievo, alla gioia e al piacere che proviamo quando siamo liberi dai nostri film mentali e più presenti alla nostra vita così com’è.

Spesso i lunedì mattina sono come l’inizio di un sentiero. Abbiamo pensieri e sensazioni sulla settimana che sta per cominciare. Immaginiamo situazioni stressanti, cerchiamo nella nostra mente situazioni più piacevoli, tipo cosa c’è stasera per cena, e creiamo un’enorme quantità di resistenza e stress non necessari. Poi ci chiediamo perché abbiamo la pressione alta. La pratica della Mindfulness è tornare al respiro, stare nel momento presente e andare avanti lasciando che le emozioni e i pensieri sgradevoli vadano e vengano.

Detto con un linguaggio più terra terra, non credere ai tuoi film mentali. Tornando ogni volta alla consapevolezza del respiro, del corpo, dei suoni e dei pensieri, lasci andare quei film e affronti con coraggio le tue paure e le tue insicurezze.