[Testo] Episodio 041: Una Lezione di Mindfulness dal Jazz

Miles Davis è stato uno dei più grandi innovatori della musica jazz. E ha incarnato inoltre la capacità di vivere il momento presente senza giudicarlo. Nel 1964 Miles iniziò a suonare con un gruppo di musicisti più giovani che in seguito sarebbero diventati delle autentiche leggende del jazz. E avrebbero stimolato la creatività di Miles portando la sua musica in territori mai sperimentati prima. Stiamo parlando di Herbie Hancock al pianoforte, Ron Carter al basso, Tony Williams alla batteria e Wayne Shorter al sassofono, ovvero il Secondo Grande Quintetto di Miles Davis.

In un’intervista rilasciata molti anni dopo, il pianista Herbie Hancock raccontò di un concerto che il quintetto aveva tenuto in Germania alla fine degli anni ’60;

“Stavamo suonando So What, un brano scritto da Miles una decina d’anni prima. Era una serata speciale, suonavamo alla grande, la musica aveva una bella energia e sonorità nuove, piacevoli. Ci stavamo divertendo un sacco. Proprio nel bel mezzo dell’assolo di Miles, mentre suonava uno dei suoi passaggi straordinari, ho sbagliato nota. L’ho sbagliata di brutto, si sentiva chiaramente che era un errore. Mi sono messo le mani sulle orecchie. Miles si è fermato per un attimo. E poi ha ripreso a suonare delle note che correggevano la mia nota stonata,..il che mi ha stupito. Non potevo credere a ciò che stavo sentendo. Miles era stato capace di trasformare qualcosa di sbagliato in qualcosa di giusto. Per circa un minuto non sono più stato in grado di suonare, non potevo nemmeno toccare la tastiera. Quello di cui mi rendo conto oggi è che Miles non ha sentito la mia nota come un errore. L’ha sentita semplicemente come qualcosa che era successo. In quanto tale era parte della realtà che si stava dispiegando in quel momento. E lui si è adattato.”

Diversamente dal rimanere ancorati al passato o anticipare il futuro, Mindfulness è la capacità di essere pienamente presenti a ciò che accade mentre accade. E’ una capacità umana innata, ma a causa di ansie e distrazioni, la maggior parte di noi non vive in uno stato di presenza. Come risultato, sperimentiamo la vita attraverso una lente di emozioni e preoccupazioni sempre cangianti.

L’improvvisazione jazz è un esercizio di Mindfulness. Il solista deve essere connesso al momento, agli altri musicisti, e al suono del suo strumento. Senza uno stato di presenza consapevole, la performance può perdere la sua joie de vivre. Quando suoni in un gruppo, ci sono cose che non puoi controllare. Per far fluire la musica ti affidi alle capacità e al talento degli altri componenti. E gli esseri umani commettono errori. La cosa bella del jazz – in particolare di quello modale che Miles e il suo gruppo suonavano – è che spesso c’è più spazio per la creatività del singolo rispetto ad altri stili musicali. Quindi Miles Davis non solo ha accettato la realtà della nota “sbagliata” di Herbie, ma ha anche scelto di trasformarla in qualcosa di interessante. Ha trasformato qualcosa di sbagliato in qualcosa di giusto semplicemente impedendo all’errore di smorzare l’energia di quella performance.

Sia che tu attribuisca questa storia al genio musicale di Miles o alla sua capacità di stare nel momento presente – forse le due cose sono collegate – essa rappresenta comunque una lezione importante sul valore della Mindfulness.

Quando tu – o qualcuno con cui lavori – commetti un errore, prova a richiamare alla mente queste due cose:

1. non farti prendere dalla rabbia o dalla frustrazione che di solito si provano dopo un errore
2. puoi trasformare l’errore in qualcosa di positivo? Per usare le parole di Herbie, “puoi trasformare il veleno in medicina?”

Lo stesso Miles una volta ha detto: “Quando sbagli una nota, è la nota successiva che determina se andava bene oppure no”.