[Testo] Episodio 061: Come Evitare le Trappole Della Mente Distratta

Se sei come me, la tua mente a volte è come un quartiere poco raccomandabile che è meglio non attraversare a piedi. Una zona losca e inospitale. In qualsiasi momento possono sorgere dal nulla pensieri ansiosi o giudizi su ciò che gli altri fanno o pensano. Altro rischio concreto sono i gesti impulsivi frutto di pensieri angoscianti. Ad ogni istante possono sorgere pensieri catastrofici. Il quartiere poco raccomandabile che c’è nella mia mente è un proliferare continuo di pericoli, e se non rimango consapevole, è un attimo svoltare nella via sbagliata. Una volta dentro, uscirne non è facile. La sventura è dietro l’angolo.

Mi ha sempre dato fastidio quando le persone mi dicevano “Esci dalla testa!” Dentro di me pensavo “Sarebbe bellissimo! Vorrei poterlo fare!”. A volte uscire dalla mia testa mi sembra altrettanto impossibile quanto uscire dal mio corpo. Certe sensazioni e certi stati d’animo mi mettono ansia. Alcuni pensieri carichi di paura mi si incollano addosso come un cane da ferma che sta puntando una preda. A volte mi è così difficile uscire da quella zona inospitale che ho nella testa, che soltanto con l’aiuto di una birra, di uno xanax o di una doccia ghiacciata posso sperare di riuscirci.

Se una persona è immersa in pensieri sulla storia dell’arte, sulla filosofia, sul proprio futuro radioso, o su altri argomenti intriganti, allora stare nella testa può essere un’esperienza piacevole. Un quartiere raccomandabile. Ma credo che per la maggior parte di noi, stare nella testa non sia una situazione di quel tipo. Al contrario, quando siamo nella testa tendiamo a preoccuparci per il futuro, a rimpiangere il passato e a giudicare noi stessi e gli altri. Temiamo di entrare nella nostra zona losca e inospitale ma ciò nonostante ci passiamo buona parte della giornata.

Il fatto è che rimaniamo intrappolati in quella zona della nostra mente ancora prima di sapere come ci siamo entrati. C’è un innesco, poi la reazione è così veloce che prima ancora di rendercene conto il nostro sistema nervoso è già in modalità di attacco o fuga e noi siamo prigionieri di un ciclo di feedback negativo fatto di pensieri ed emozioni disturbanti. Se tale ciclo di feedback negativo non viene arginato, si può andare incontro a livelli elevati di ansia o di rabbia, e potenzialmente anche a un attacco di panico. Quando rimaniamo intrappolati nella zona losca e inospitale della nostra mente andiamo letteralmente fuori di testa, così come accadrebbe se rimanessimo intrappolati per davvero in un quartiere poco raccomandabile. Da quello reale possiamo provare a uscire; quando invece è nella nostra testa non facciamo nulla per venirne fuori. Rimaniamo intrappolati.

Quando lasciamo vagare la nostra mente, è facile che finisca in quella zona losca e inospitale. Una mente che vaga è causa, non conseguenza, di emozioni negative. Questo è un punto fondamentale. La ragione per cui stiamo così male è che permettiamo alla nostra mente di vagare. Di solito pensiamo che il nostro malessere sia dovuto a qualcosa di reale che sta succedendo, che potrebbe succedere, o che qualcun’altro sta facendo, ma invece la verità è che stiamo male perché lasciamo che la nostra mente vaghi nella zona losca e inospitale!

In uno studio condotto da Mathew Killingsworth e Daniel Gilbert, i due ricercatori hanno scoperto che ciò che una persona pensa è un indicatore più affidabile della sua salute mentale di ciò che quella persona fa. Il problema quindi non è quello che facciamo. È ciò che pensiamo che determina il nostro livello di salute mentale. Per molti di noi può essere alquanto difficile non pensare in negativo. Per chi ha nella testa una zona losca e inospitale è importante prestare attenzione a dove va la sua mente, così come presterebbe attenzione a dove va suo figlio o il suo partner. Se non stiamo attenti, la mente che vaga può diventare il motivo principale della nostra infelicità.

Per impedire alla mia attenzione di addentrarsi troppo nelle zone inospitali della mia mente, leggo romanzi, ascolto musica, scrivo, disegno e medito. Spesso quando mi trovo in un ciclo di feedback negativo interrompo quello che sto facendo e porto attenzione al respiro per un paio di minuti. Ascolto le sensazioni dell’aria che entra e che esce dalle narici. È come gettare acqua sul fuoco. Certi giorni devo ripetere questo esercizio anche una dozzina di volte per contenere la mia ansia.

Se non vuoi essere infelice o troppo ansioso – le due cose coincidono – è necessario che trovi da solo ciò che può aiutarti a controllare la tua mente distratta. Ma ciò che è più importante è diventare consapevole di quando la tua mente si è addentrata troppo nella via sbagliata e ti trovi di nuovo intrappolato in un quartiere poco raccomandabile nella tua testa. Quando te ne rendi conto, solo allora puoi scegliere di uscirne. Se non ne sei nemmeno consapevole, come puoi venirne fuori?