[Testo] Episodio 056: Per Una Ecologia Della Mente

In genere prestiamo molta più attenzione a come nutriamo il nostro corpo rispetto a come nutriamo la nostra mente.

Se da un lato il corpo paga le conseguenze di una cattiva alimentazione, dall’altro però si dà anche parecchio da fare per attenuarne gli effetti negativi. Globuli bianchi, enzimi, filtri renali e altri processi fisiologici sono costantemente al lavoro per ridurre il più possibile il livello di tossine nel corpo.

La mente invece si nutre di spazzatura e su quella costruisce mondi.

Mentre vado in bicicletta posso pensare a tante cose, ma una parte della mia mente – almeno un processore, per dirla in gergo informatico – è sempre impegnata a farmi andare in bicicletta. Allo stesso modo c’è un processore sempre in funzione per elaborare la spazzatura che la mente ingurgita.

La spazzatura può essere di tutto – della musica in sottofondo, un pensiero inutile, una fantasia un po’ strana, un video visto su Youtube, dei cartelloni pubblicitari lungo la strada o qualsiasi altra cosa superflua. La spazzatura si ramifica e penetra sempre più in profondità. Il pensiero cresce, come un albero, e si espande. Piano piano si prende tutto lo spazio disponibile, e alla fine nella mente c’è tanto rumore.

E c’è poco di noi. Poco delle cose importanti.

La mente ingurgita. Poi rigurgita. Pensieri. Parole. Contenuti. Qualsiasi cosa. La mente percepisce e assorbe. E poi produce pensieri. Come un terreno fertile. A differenza del corpo, la mente non rifiuta nulla. Non si oppone alla spazzatura. La alimenta.

Caos. Confusione. Rumore. Opinioni, percezioni, desideri che cambiano in continuazione. Alla fine resta poco di chi siamo davvero, e molto del cibo che abbiamo dato in pasto alla nostra mente.

Che poi è ciò che diventiamo. Lentamente. Col tempo.