[Testo] Episodio 047: La Mindfulness è Solo l'Inizio

Hai notato come si è diffusa la Mindfulness? La Mindfulness è solo il primo passo di un percorso di trasformazione verso chiarezza, felicità e liberazione dalla sofferenza.

Non credermi sulla parola, però; Buddha Shakyamuni, che ha dato origine alla pratica buddista e a molti filoni di Mindfulness moderni, nei suoi insegnamenti ha detto che la pratica di Mindfulness consiste nell’essere consapevoli del proprio oggetto d’attenzione. In questa definizione rientrano diverse forme di pratica così come descritte nei quattro fondamenti della presenza mentale: consapevolezza del corpo, delle sensazioni, degli oggetti mentali e dei fenomeni. La Mindfulness comunque non trasforma la mente in un luogo virtuoso.

Ad esempio, la consapevolezza del respiro, che è la pratica di base più insegnata, è quella dove ti concentri sul respiro come oggetto d’attenzione. Questa pratica viene di solito impiegata per calmare la mente prima della meditazione vera e propria. Non è quindi la pratica principale della sessione meditativa. Il beneficio per il praticante di Mindfulness sta nel fatto che mentre focalizza la sua attenzione sul respiro, alleggerisce la proliferazione mentale e porta mente e corpo in uno stato di maggiore lucidità e rilassamento.

Come mai allora la Mindfulness è diventata così popolare negli ultimi trent’anni?

Alla base della sua “esplosione” ci sono diversi fattori interdipendenti. Ne elenco cinque che a mio parere sono fondamentali:

  1. le ricerche di Jon Kabat-Zinn e lo sviluppo del protocollo MBSR per la riduzione dello stress. I risultati medico-scientifici che ne sono emersi hanno evidenziato e reso popolari i benefici della pratica
  2. le conferenze Mind-Life organizzate in India dal Dalai Lama, che hanno promosso una maggiore integrazione tra scienza e meditazione. Più in generale anche l’accresciuta popolarità del Dalai Lama.
  3. la meditazione trascendentale e le ricerche correlate
  4. la diffusione dello yoga
  5. il forte aumento nella nostra società di stress, confusione, insoddisfazione e disturbi dovuti a un deficit dell’attenzione, e l’abuso di dispositivi elettronici

Questi cinque fattori hanno svolto un ruolo di primaria importanza nella diffusione della Mindfulness in Occidente.

Ma se la Mindfulness rappresenta solo il primo passo, cosa c’è dopo?

Lo scopo principale di ogni tradizione meditativa e di ogni forma di Mindfulness è la liberazione dalla sofferenza. In alcune tradizioni è la realizzazione dell’onniscienza, detta anche grande liberazione. Questo vale per tutte le scuole di pensiero buddiste. Una vita felice e significativa è parte integrante del viaggio attraverso stadi sempre più profondi di concentrazione e insight.

Secondo uno dei testi di meditazione più autorevoli, intitolato Gli Stadi Intermedi della Meditazione di Kamala Shila, un adepto buddista dell’ottavo secolo, i passi successivi nella pratica meditativa prevedono che la mente neutra e pacificata diventi la base su cui sviluppare saggezza e compassione.

Che tipo di saggezza, e che tipo di compassione?

Non è una saggezza su come funzionano i mercati finanziari o su come si diventa un bravo impiegato; è una saggezza che conosce la natura interdipendente di tutti i fenomeni, in particolare la natura interdipendente di ciò che chiamiamo “io”. In breve, una saggezza sulla realtà ultima. Tradizionalmente la si raggiunge attraverso lo studio dei tre livelli del sorgere interdipendente.

La meditazione serve a gettare le fondamenta di una comprensione profonda che estirpa le principali cause e condizioni della sofferenza. Forme grossolane e forme piu sottili di sofferenza di cui la gran parte di noi non è consapevole.

La felicità è strettamente correlata al livello di saggezza e di compassione. La compassione consegue dal comprendere la sofferenza. Per noi praticanti è quindi importante arrivare ad una comprensione più profonda della sofferenza che ci aiuti a comprendere e a praticare di più la compassione. Tradizionalmente tale risultato lo si ottiene mediante uno studio dettagliato dei tre tipi di sofferenza. A sua volta questa comprensione aumenta la nostra capacità di compassione.

Compassione che viene poi rivolta a sé stessi e agli altri.

Ma perché dovrei sviluppare queste pratiche meditative più avanzate e passare del tempo a studiare se la Mindfulness mi fa già sentire più felice e leggero?

Perché, anche se stai percorrendo un sentiero di Mindfulness e hai imparato a rispondere invece di reagire, la mente sta ancora rinforzando un certo tipo di ignoranza in grado di perpetuare la sofferenza. Nello spazio in cui scegliamo di rispondere invece di reagire possiamo estinguere certe tendenze mentali disfunzionali, tuttavia l’ignoranza fondamentale che ci fa credere che i fenomeni sorgono ed esistono in modo indipendente, rimane. L’aggrapparci a un sé solido e autonomo e il credere all’indipendenza di tutti i fenomeni costituisce una forma di ignoranza che può essere penetrata solo attraverso una comprensione profonda dell’interdipendenza. E tale comprensione è frutto della meditazione.

Quindi praticare compassione e saggezza come forme di meditazione favorisce gli stati mentali che proteggono la mente dalla sofferenza e conduce il praticante verso la completa liberazione.

Lo sviluppo della compassione e della saggezza saranno sempre di più al centro della Mindfulness, in particolare allorché i praticanti avranno preso confidenza con le meditazioni di base sul respiro.