[Testo] Episodio 043: Mindfulness Non è Sopprimere Pensieri ed Emozioni

Come insegnante e scrittore di Mindfulness e meditazione, dedico molte energie a correggere idee sbagliate sulla pratica. Ce ne sono in giro parecchie e vengono ripetute spesso. La cosa sconfortante è che in molti casi sono gli stessi insegnanti di Mindfulness a diffonderle, il che rende critico per le persone che si avvicinano alla pratica ricevere istruzioni corrette.

Alcune delle idee sbagliate più diffuse sulla Mindfulness e la meditazione sono queste:

  • meditare significa sopprimere i pensieri e avere la mente vuota
  • meditare significa costringersi a pensare certi pensieri o a bloccarne altri
  • meditare ti rende distaccato, insensibile e apatico
  • meditare può aumentare la proliferazione mentale e peggiorare ansia e depressione

Tutte queste affermazioni sono false.

Di recente l’idea sbagliata che ho sentito più spesso è che “la meditazione sopprime (o ti insegna a sopprimere) pensieri ed emozioni”. Ho assistito ad accesi dibattiti sull’argomento e ho letto molte informazioni errate. L’idea nasce da un fondamentale equivoco sulla meditazione di consapevolezza. Quando mediti, coltivi consapevolezza di tutto ciò che appare alla tua coscienza: pensieri, emozioni, impulsi, sensazioni fisiche. Sviluppi la capacità di notare tutto questo senza esserne rapito e senza indulgervi.

D’altro canto sopprimere significa “terminare in maniera forzata, impedire”. La Mindfulness è esattamente l’opposto, ovvero non cerca di eliminare o impedire alcunché. Al contrario, abbraccia tutto quello che c’è in modo non giudicante.

In altre parole, Mindfulness è accogliere qualsiasi cosa accade nel momento presente. La differenza è che nella pratica di consapevolezza non ci gongoliamo in pensieri ed emozioni. E non ci soffermiamo ad analizzarli. Gongolarsi, soffermarsi e analizzare sono un esercizio mentale che ci rende ancora più schiavi della nostra mente.

Il motivo per cui meditiamo è liberarci dalla prigionia della nostra mente. Lo facciamo per impedirle di trascinarci in scelte e comportamenti condizionati. Invece del pensiero X che genera l’emozione Y che porta all’azione Z, la Mindfulness crea uno spazio che ci permette di osservare il pensiero e sentire l’emozione senza essere offuscati da costrutti mentali e pregiudizi. In questo modo possiamo prendere decisioni migliori e compiere azioni più assennate.

Tutto ciò lo riassumo nell’espressione “uscire dal pilota automatico”; non siamo più in balìa del prossimo pensiero, emozione o impulso che sorge nella nostra testa.

Qualche parola sul processo: quando mediti focalizzi la tua attenzione su un oggetto, detto àncora. A un certo punto noterai dei pensieri. Quando questo accade, riporti la tua attenzione all’àncora. Così facendo sviluppi l’abilità di cui ho accennato prima, noti la distrazione e riporti l’attenzione, ogni volta.

C’è chi sostiene che l’atto di riportare l’attenzione dal pensiero all’àncora sopprime il pensiero, ma non è esatto. Non stai eliminando o impedendo alcunché: riconosci ciò che c’è e sposti l’attenzione altrove. Invece di sopprimere ciò che sorge, lo lasci essere così com’è, indipendente da te e dalla tua attenzione.

Fai un paragone con quando distogli la tua attenzione da un suono. Nelle nostre vite c’è un rumore di fondo costante: persone in movimento, traffico, cinguettio di uccelli, conversazioni, ronzio di macchinari. Se non scegliessimo dove porre la nostra attenzione, saremmo sopraffatti dagli stimoli e incapaci di funzionare. Detto questo, a meno che non mettiamo delle cuffie o degli auricolari, non sopprimiamo quel suono. Scegliamo di spostare altrove la nostra attenzione, ma il suono è sempre là. Lo stesso vale per i tuoi pensieri o altri oggetti mentali.

Per concludere, non cercare di sopprimere pensieri ed emozioni, la Mindfulness non insegna questo. Non cercare di fermare o controllare in alcun modo la tua attività mentale, la Mindfulness non insegna neanche questo.

Quello che invece insegna è a diventare consapevoli di ogni cosa. Ti insegna a notare pensieri ed emozioni: a osservarli mentre sorgono, a non diventarne ostaggio, e a riportare ogni volta la tua attenzione all’àncora.

In breve, ti insegna a non seguire ciecamente la tua mente ovunque ti porti.