Malattia cronica e stress psicologico sono spesso compagni di viaggio.
E’ ampiamente dimostrato che convivere ogni giorno con i limiti e le preoccupazioni che derivano da una malattia curabile ma non guaribile può portare, nel medio-lungo periodo, all’insorgenza di sindromi da burnout, ovvero ad uno stato di forte affaticamento psico-fisico con importanti ricadute sulla capacità di prendersi cura di sé.
Nonostante ciò, per quanto riguarda il diabete, l’interesse dei medici è sempre stato orientato prevalentemente alla sua componente organica e alla prevenzione, mediante un adeguato controllo metabolico, delle possibili complicanze a livello fisico. Per il soggetto diabetico questo ha significato grande attenzione alla dieta, all’attività fisica e al controllo glicemico. Minore attenzione è stata rivolta alle possibili complicanze psicologiche, ovvero ai vissuti emotivi, che le vicissitudini della malattia possono provocare nella persona diabetica.
Negli ultimi anni questa tendenza sembra essersi invertita e un certo numero di studi sono stati portati a termine per verificare gli effetti della mindfulness, in particolare del protocollo MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction), sulla riduzione dello stress in pazienti affetti da diabete tipo 1 e tipo 2.
I riscontri avuti finora sono incoraggianti. Gli effetti benefici della mindfulness si sono manifestati non solo a livello psicologico, ma anche fisiologico, ovvero sotto forma di:
- migliore equilibrio glicemico con conseguente riduzione del rischio di ipoglicemia e iperglicemia
- normalizzazione della pressione sanguigna con riduzione del 30% della probabilità di sviluppare complicanze cardiovascolari
- riduzione dello stress psico-sociale conseguente alla gestione prolungata e quotidiana della malattia
Ogni persona diabetica sa quanto il fattore psicologico è importante nella buona gestione della malattia, non solo agli esordi ma anche, o forse soprattutto, in seguito. Sarebbe ora di cominciare a pensare a una terapia olistica del diabete che passi non soltanto dai fondamentali quali emoglobina glicata e pressione arteriosa, sempre importantissimi, ma anche da un benessere psicologico che aiuti il paziente a convivere con la fatica di un perenne autocontrollo da cui dipende il suo presente e il suo futuro.
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